Nel giugno del 1962 la Marvel Comics, una casa editrice newyorkese in precedenza conosciuta come Timely e Atlas e nota per l’irruenza con la quale era solita inondare il mercato editoriale di fumetti cavalcando le mode del momento, dava alle stampe il quindicesimo e ultimo numero di “Amazing Fantasy”. I contenuti mischiavano il fantastico con l’inquietante proponendo, attraverso una serie di colpi di scena alla Twilight Zone, campanari assunti in cielo, viaggi nel tempo attraverso sarcofagi egizi e marziani in incognito sulla terra. L’albo firmato dal quarantenne Stan Lee e dal trentacinquenne Steve Ditko sarebbe comunque finito nel dimenticatoio se non fosse stato per la prima storia, una manciata di tavole intitolata Spider-Man! e destinata a cambiare per sempre l’immaginario pop della modernità.

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    1 year ago

    Questo problema lo hanno tutti i personaggi con storia ultra-decennale, ma altri (Batman su tutti, ma anche Superman coi dovuti distinguo) l’hanno gestita meglio: una volta “stabilizzati”, i personaggi sono rimasti sempre uguali a se stessi e le evoluzioni sono avvenute sui comprimari, sul mondo che ruota intorno al personaggio - un nuovo lettore troverà sempre nella batfamily qualcuno in cui identificarsi, ad esempio, e gli autori possono giocare quanto vogliono col giovane jon kent.

    (potrei scrivere migliaia di righe sull’argomento, taglio corto)

    Spiderman però è stato gestito male, perchè è sempre stato “portato indietro” per essere appetibile alle nuove generazioni ma contemporaneamente sono stati creati altri personaggi simili ma che, liberi dal peso di un canon che seppur cancellato dal Mefisto di turno non poteva essere ignorato del tutto, hanno dato agli autori più libertà e che ora, di fatto, funzionano meglio (si, penso sempre a Miles Morales e compagnia bella)

    L’uomo ragno ora è un… boh. Forse la strada giusta era continuare sulla via “adulta”, un supereroe con superproblemi che però tra i suoi problemi ha anche una moglie e una figlia a cui pensare, invece che l’ennesimo post-adolescente geniale che ha sulle spalle l’eredità di chissà quanti canon mezzi cancellati per cui si è un ragazzo che ha un sacco di potenzialità che non riesce a sfruttare, ma si ritrova sulle spalle le parker industries (eredità della bellissima saga di Superior Spiderman, ma che ormai sono inutili) e che flirta con la gatta nera mentre un dio atzeco lo minaccia. No, l’uomo ragno è il supereroe di quartiere che, dopo aver salvato il mondo, torna a casa da MJ che (come tutte le mogli) gli causa ancora più problemi ma che, in fondo, lo rende felice perchè ne vale la pena.

    Ah già, ma One More Day.